Il capoluogo del comune di Gignod è adagiato a 988 metri di quota in un ripiano alle pendici della Punta Chaligne sul versante destro orografico della Basse Valle del Gran San Bernardo, non lontano dalla confluenza del torrente Artanavaz nelle acque del Buthier. Attorno al principale nucleo abitato distribuito tra la slanciata cuspide della chiesa parrocchiale di Sant' Ilario e la squadrata mole della torre medievale, sorgono numerosi villaggi che si inseriscono a guisa di tessere nell' armonioso mosaico del paesaggio.
Oggi attraversato dalla strada statale 27 del Gran San Bernardo, Gignod in passato ha svolto un importante ruolo nel controllo del traffico transalpino, come testimonia la torre medioevale che fronteggia il capoluogo, dove già nell' antichità passava la strada per il Vallese. Fino al XIII secolo fu la potente signoria dei baroni di Gignod a legare a sé le sorti di gran parte della vallata. Si tratta quindi di una località storica, chiave di accesso sia alla valle che porta al celebre valico sullo spartiacque con il Vallese, sia alla Valpelline, con i suoi impegnativi passaggi verso le alte valli di Mauvoisin e Arolla.
Dopo il periodi di stasi seguito all' avvento della moderna viabilità ferroviaria attraverso le Alpi, nel 1964 l' apertura del tunnel autostradale del Gran San Bernardo aveva rilanciato l' antico ruolo di Gignod, ma l' anno successivo venne inaugurato il traforo del Monte Bianco, che ben preso si rivelò commercialmente più funzionale, in quanto stabiliva una direttrice più agevole verso il cuore del continente europeo.
Il tunnel italo-elvetico cominciò a perdere terreno, ma se i pesanti automezzi commerciali imboccarono la via sotto il Tetto d'Europa, i più leggeri flussi turistici ridimostrarono presto di apprezzare il viaggio attraverso la più tranquilla Valle del Gran San Bernardo. Così Gignod, con i suoi villaggi, acquistò rapidamente quota come località di soggiorno per un flusso turistico alla ricerca della tranquillità negli spazi naturali di boschi popolati da cervi e caprioli e di radure che offrono al visitatore impagabili scorci panoramici sui monti della Valpelline e sul maestoso massiccio del Gran Combin.
In questo nuovo contesto di economia turistica, la vasta rete di sentieri, che dopo aver collegato villaggi ed alpeggi confluisce sulla sommità della Punta Chaligne a 2608 metri, ha assunto un ruolo sempre più importante. Se l' industria delle vacanze ha recentemente acquistato quote considerevoli, Gignod conserva alcune tradizionali attività agro-silvo-pastorali che rappresentano anche motivo di richiamo in un quadro turistico legato alla valorizzazione del territorio.
Una di esse è rappresentata dall' utilizzo del pascolo sui versanti della Punta Chaligne e dalla tradizionale Fêta du tetëun, manifestazione incentrata su una gustosa pietanza a base di mammella di vacca, che si svolge annualmente.
Una bella testimonianza del passato agricolo di Gignod viene poi dal ru Neuf, canale irriguo che preleva l' acqua dal torrente Artananavaz nei pressi di Etroubles per trasportarla lungo 15 chilometri fin sulla collina di Aosta. Il sentiero che fiancheggia l' opera, in alcuni tratti intubata ma in altri ancora a cielo aperto, è tra i più suggestivi itinerari della regione ed è la dimostrazione dell' auspicabile stretto collegamento tra turismo e mondo rurale che Gignod, a guisa di laboratorio, vuole sviluppare
La visita
Il capoluogo, con le frazioni limitrofe è il principale centro abitato del Comune e ospita il municipio, la chiesa parrocchiale e la scuola materna ed elementare. Offre al visitatore un interessante percorso storico che permette la scoperta dei monumenti che hanno caratterizzato le vicende di questa importante località posta sulla strada del Gran San Bernardo.